2006
Qui è scritto il tuo nome, Galleria Rubin, Milano
A cura di Massimo Tonelli

Letizia Fornasieri presenta la sua terza personale alla Galleria Rubin dedicata al tema delle piante e dei fiori, da sempre ricorrenti nel suo lavoro. In queste nuove opere, però, lo sguardo si spinge oltre il soggetto per inquadrare scorci di vita domestica, contorni familiari, raggi di luce che entrano obliqui da una finestra fuori campo e proiettano ombre che si disegnano sulle superfici interne.
La mostra arriva in seguito ad evidenti affermazioni che negli ultimi tre anni hanno impresso un' accelerazione alla sua carriera. Dall' esposizione in Germania alla galleria Baumgarte, alla partecipazione alla XIV Quadriennale d'arte di Roma, all'acquisizione della sua opera “Milano-tram” da parte della Galleria del Quirinale, alla recente partecipazione alla mostra "Miracolo a Milano" presso la Loggia dei Mercanti.
Nel corso degli anni la pittura di Fornasieri si è evoluta verso una cromia più accesa e accostamenti più coraggiosi, pur rimanendo identica nei suoi tratti essenziali; si percepisce la volontà di tenere a distanza il riferimento alla fotografia, la distorsione espressiva delle forme e dei colori e un' attenzione non accademica alla lezione dei grandi maestri del Novecento che collocano la Fornasieri in un orbita originale rispetto all'attuale pittura di tendenza.
La mostra presenta una quindicina di opere di vari formati e un catalogo presentato da Marco Tonelli che contiene anche un'amichevole testimonianza di Gad Lerner.

“Perché mi mette allegria quel tram arancione che squarcia il gelo dell’inverno milanese sferragliando tra rami d’albero così secchi da parere aculei? Me lo sono dovuto chiedere sul serio, ben prima di scrivere queste righe, e non solo perché quel grande tram arancione dipinto da Letizia Fornasieri l’ho molto desiderato e ora lo frequento tutti i giorni con luci diverse tra le mie cose più care. Ho un motivo in più, una sorta di responsabilità che mi sono assunto nei confronti di altri, per confrontarmici: quel jumbo in movimento nella neve grigia della quotidianità invernale –cioè nella più autentica condizione esistenziale milanese- rappresenta intensamente il luogo dove ho trascinato vite altre. Potranno mai accettare che vi sia della bellezza lì dentro, persone nate e cresciute in città fatte di mare, di fiume, di collina, di trasparenze, di acciottolati, di centri storici come salotti?  … “

"… Sono grato a quei tram milanesi (per me erano soprattutto il 4 e il 23) e i filobus che si chiamano al femminile (la 93, la 62) e poi la sontuosa metropolitana che mi hanno sguinzagliato in giro per Milano facendomi sentire finalmente uguale agli altri. L’anonimato dava accesso a una calda compagnia, alla bellezza del convivere. Non voglio dimenticarmene mai.
Tante, troppe chiacchiere sulle nostre radici…ma io lo so di essere seduto lì sulla panca di legno di quel tram, e scivolo fiducioso sulle rotaie in cerca del caldo e della luce, già grato di un’esplosione artificiale di arancione. Grato a Letizia, donna minuta capace di leggerci dentro e rappresentarci nei nostri stati d’animo. Pittrice metropolitana e spirituale".

Gad Lerner