2002, Il Giornale

FORNASIERI, FRAMMENTI DI CITTÀ

Un libro e una mostra di Letizia Fornasieri per affrontare ancora una volta attraverso il linguaggio della pittura il tema dell'arredo urbano milanese e della continua metamorfosi del vivere sociale in una realtà che si distingue per la gran corsa contro il tempo. Sono venti anni che l'artista dipinge contemplando il mondo chiusa in una stanza. Dopo ore trascorse lungo viali, davanti a monumenti, camminando tra la gente comune, con l'aiuto della fotografia, rafforza la sua memoria lasciandola libera dell'interpretare la realtà circostante.
Nel libro che accompagna la mostra allestita nella Galleria Rubin di via Marco de Marchi l (chiusura l febbraio 2003, curato da Luca Beatrice dal titolo «Dentro, fuori, lontano» (Edizioni della Meridiana, 20 Euro), l'autrice sostiene che «la pittura è un linguaggio lento, da affrontare con tempi dilatati che si distinguono dal quotidiano; una tecnica che matura senza eccessiva fretta ma che, prima o poi, può giungere a traguardi notevoli». Una considerazione che sottolinea la filosofia della Fornasieri espressa così bene nella sua pittura che raffigura il più delle volte la frenesia di una metropoli moderna abbandonata a se stessa e contemporaneamente pone l'accento sulla personalità dell'artista che ha bisogno di spazi chiusi, tranquilli e intimi per creare le sue opere.
La modernità della pittura di Letizia Fornasieri non sta solamente nel soggetto o nel tema affrontato sulla tela, poiché esiste anche un modo individuale di leggere i suoi lavori in base alla propria sensibilità e percezione della realtà. In "Girasole», del 1984, una delle prime tavole della Fornasieri la semplicità di un elemento naturale veniva sovrapposta da un'applicazione tecnica e coloristica che colpisce lo sguardo dello spettatore.
La personalità dell'artista con lucido senso della realtà e trasporto poetico trasferisce il proprio luogo privato, la casa, lo studio sulle vie e le piazze della città e viceversa. Un esempio recente è l'attenzione dedicata alla Bovisa, a Montenapoleone, due luoghi in antitesi che rendono il senso della precarietà e dell'incertezza dell'esistenza umana. Aree distinte: da un lato il lavoro, i quartieri periferici e dall'altro le luci sfavillanti dei negozi della moda che hanno sfrattato le botteghe artigiane.
In «Autobus che curva» del 2002, ma anche in «Tramino» di un anno prima, si possono cogliere frammenti di vita quotidiana, quel che più di rilevante passa dalla mente. E’ a Milano che è nata Letizia Fornasieri. Qui è cresciuta e qui ogni giorno si confronta con i suoi cambiamenti. Nelle fotografie come nei dipinti che osserviamo sul libro dedicato alla sua opera, l'artista ci vuole fare partecipi degli errori e dell'incuria delle amministrazioni che si susseguono: strisce pedonali scomparse, cavalletti e lavori abbandonati, tombini pericolanti. L'artista osserva e non giudica. Nelle sue tele variopinte, di grande e medio formato si diverte a coniugare arte e cultura perché è convinta che insieme dovrebbero misurare il grado di civiltà di un popolo.

di Luciana Baldrighi