1997, Corriere

FORNASIERI, SQUISITA FORMULA SENZA PALPITI

Il tavolo da lavoro e il corridoio di casa; i tubetti di colore e i palazzi di fronte alla finestra. È piccolo e circoscritto ad una stanza il mondo che la pittrice milanese Letizia Fornasieri (Milano, 1955) riproduce nelle sue grandi tele. Mediante l'uso della spatola e di grossi pennelli, le forme e le luci vengono scomposti in geometrici tasselli di colore, che conferiscono alla pittura il rilievo e la spigolosità della scultura.
Accanto a questa riduzione delle forme alla geometria, convive, però, un disordine instabile, che sembra sempre sul punto di sconvolgere l'assetto delle cose dipinte trasformandolo, un attimo dopo, in una apparizione del tutto diversa, come quando si ruota il tubo del caleidoscopio e i pezzi di vetro sembrano caderci addosso per poi ricomporsi in un disegno nuovo.
Nelle tele della Fornasieri, i muri delle case sono obliqui, le distanze prospettiche schiacciate su un unico piano, la profondità ribaltata in superficie. S'intende che dietro questi squilibri c'è l'aspirazione ad attingere a qualcosa di più assoluto della mera ap-parenza, ma è come se questa ricerca avesse trovato una formula espressiva così efficace da diventare insistita e ripetuta fino al compiacimento della correttezza.
L'artista dimostra di padroneggiare la tela e, addirittura, di saperne bravamente sfidare le grandi dimensioni senza paura di perderne il controllo, ma poi si ferma a un soffio dal riuscire a cogliere le voci e i palpiti di quegli oggetti e di quelle mura che tanto accanitamente scruta e ritrae.
C'è, nella consapevole squisitezza della sua formula tecnica, una freddezza simile a quella di un perfetto esercizio retorico, che non si accorda con la vaga sottigliezza e la labilità delle emozioni che pure quella pittura cerca.
Che però la Fornasieri possa balzare oltre il suo accademismo e attingere alle segrete parole delle cose, lo dimostrano i due autoritratti dove si è lasciata trascinare in, territori più liberi e intimi.

di Francesca Bonazzoli